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Dieta chetogenica: quando seguirla e come

La dieta chetogenica è una tipologia di dieta che agisce attraverso il raggiungimento di uno stato di chetosi da parte dell’organismo. 

Visto tale particolare funzionamento però, la dieta chetogenica risulta particolarmente indicata per alcune categorie di persone.

Tra queste troviamo:

  • chi soffre di epilessia
  • gli sportivi che devono aumentare la massa muscolare
  • chi soffre di obesità grave
  • chi ha disturbi frequenti di emicrania
  • chi soffre di apnee notturne
  • chi ha il diabete
  • chi soffre di ipercolesterolemia o ipertrigliceridemia

Allo stesso tempo risulta essere la dieta meno indicata per altre categorie di persone, tra cui:

  • donne in gravidanza
  • donne durante l’allattamento
  • soggetti che soffrono di insufficienza epatica
  • soggetti che soffrono di insufficienza cardiaca
  • soggetti che soffrono di insufficienza renale
  • giovani malati di diabete di tipo 1
  • persone con disturbi di carattere psichico
  • persone con disturbi di carattere comportamentale 

Visto le particolari condizioni proprie delle persone per cui la dieta chetogenica può essere seguita questo piano alimentare deve essere prescritto da un nutrizionista.

Solo un professionista potrà infatti fare le valutazioni del caso ed in base alle condizioni di salute e le necessità delle persone decidere se questa dieta è quella più indicata per la persona in questione.

La durata di una dieta chetogenica

La dieta chetogenica visto la particolarità del piano alimentare che la contraddistingue non può avere in nessun caso una durata troppo lunga, al fine di evitare qualsiasi effetto collaterale.

Secondo gli studi infatti, la dieta chetogenica non è consigliabile che abbia una durata superiore alle 8/10 settimane. 

È invece necessaria verso la fine del periodo di dieta seguire una lenta e progressiva reintroduzione dei carboidrati dettata da un nutrizionista professionista che vi porterà fino alla ripresa di una dieta mediterranea completa di tutti gli alimenti precedentemente tolti dal piano alimentare assegnato.

Neuropsichiatria infantile Pavia: a chi affidarsi?

Cos’è la Neuropsichiatria infantile

La Neuropsichiatria Infantile, disciplina specialistica della Medicina, si occupa di diagnosi, cura e riabilitazione delle patologie neuropsichiche che colpiscono bambini e ragazzi tra 0 e 18 anni. Il neuropsichiatra Infantile, ovvero il professionista che si occupa di neuropsichiatria infantile, si occupa della valutazione iniziale e fornisce la diagnosi e le indicazioni terapeutiche, suggerendo il percorso riabilitativo più adatto per lo specifico disturbo del neurosviluppo.

Per “disturbi del neurosviluppo” si intendono disturbi che possono riguardare il linguaggio, l’apprendimento, il comportamento e l’attenzione. Problematiche che possono causare difficoltà in ambito scolastico, comportamentali e relazionali.

I possibili disturbi di cui si occupa la neuropsichiatria infantile

Per alcuni genitori, rivolgersi a un neuropsichiatra infantile può non essere una scelta facile, ma in caso di ritardi o difficoltà in età evolutiva, anche se non accertati, l’intervento del neuropsichiatra infantile è fondamentale. Il neuropsichiatra infantile, infatti, è l’unico in grado di sciogliere eventuali dubbi e di indicare un eventuale percorso terapeutico.

I principali disturbi diagnosticati e trattati dal neuropsichiatria infantile sono:

  • Disturbi del linguaggio
  • Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)
  • Disabilità intellettiva
  • Disturbo dello spettro autistico
  • Disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività  

Neuropsichiatria infantile Pavia: a chi affidarsi?

Se hai bisogno di un centro di Neuropsichiatria infantile Pavia, Neuropsichiatra Infantile in Via Volta 18 si occupa di patologie neurologiche e di tutti gli aspetti dello sviluppo tipico e atipico in età evolutiva: sviluppo linguistico, neurocognitivo, psicomotorio e relazionale.

Il centro di Neuropsichiatria infantile Pavia non si occupa solo della valutazione, diagnosi e cura dei disturbi del neurosviluppo del bambino e dell’adolescente, ma offre anche un servizio di ascolto ai genitori che incontrano difficoltà nella crescita dei loro bambini, offrendo consigli e suggerendo strategie volte al benessere relazionale. Tutti gli specialisti del team (logopedista, psicomotricista, psicologa) prendono in carico il paziente, per una gestione più efficace e risultati tangibili.

Sii manager di te stesso, ma con cautela

Dopo attente analisi ci siamo resi conto che l’“Autenticità” è la nuova parola che aleggia tra i manager di oggi. Ci è sempre stato detto di metterci a disposizione dell’ufficio, di impegnarci in conversazioni franche, di raccontare storie personali per guadagnare la fiducia dei nostri colleghi e migliorare le prestazioni del gruppo.  Ma la condivisione sincera di pensieri, sentimenti ed esperienze sul lavoro è una spada a doppio taglio. Nonostante i suoi potenziali benefici, questa tecnica  può ritorcersi contro di noi se frettolosamente applicata, infatti può produrre effetti opposti, come alienarci dai dipendenti, favorendo la diffidenza  ostacolando il lavoro di squadra. I manager di successo devono, in ogni fase della loro carriera, avere un’abilità sopraffina per raggiungere obiettivi importanti.

Prendiamo ad esempio Smith, il direttore di una grande università degli Stati Uniti, in precedenza responsabile per la negoziazione e il mantenimento dei rapporti con le altre istituzioni educative e di ricerca. Durante il suo primo incontro con il preside di un importante college, ci ha ricordato come un suo tentativo di approccio morbido e scherzoso fosse stato respinto. Ottenendo in risposta solo uno sguardo gelido, concludendo l’incontro senza un accordo. A distanza di tempo Smith si è reso conto, che il suo approccio, che è stato cordiale e autoironico, ha probabilmente compromesso la sua posizione nei confronti del preside. Questo esempio ci fa capire come l’empatia, nel mondo del lavoro debba necessariamente essere ponderata e applicata caso per caso.

Nei nostri anni di studio e consulenza sullo sviluppo delle leadership, del team building e  delle capacità di comunicazione, abbiamo incontrato centinaia di casi come questo. La conclusione che possiamo trarne è che ogni manager dovrà organizzare e pianificare delle tecniche di empatia, che varieranno da caso a caso. Osservando e studiando gli ambienti circostanti, potremmo adattarci ad ogni situazione, permettendoci di raggiungere importanti obiettivi nel nostro business. Insomma essere manager di noi stessi prima che di altri.

Per maggiori info visita: http://www.bibiannateodori.it/domande-frequenti/a-chi-serve-il-coaching/manager/